26th GENERAL REPORT OF THE CPT European Committee for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment.
Il rapporto descrive lo stato del trattamento detentivo nei paesi che hanno aderito alla Convenzione E.d.u.. Ed il quadro che ne deriva non è certo rassicurante, anzi, nella sua cronicizzazione, del tutto sconfortante.
Numerose le visite effettuate e le richieste di chiarimenti. Altrettanto numerosi i chiarimenti e gli impegni dei vari Stati. Ma la situazione di sovraffollamento, di condizioni detentive inaccettabili, di restrizioni ingiustificate rispetto alle esigenze detentive permane come se fosse ormai una evenienza a cui dovrebbe rassegnarcisi.
Particolare rilievo viene posto (alle pagine 31 e ss.) sulla posizione dei “remand prisoners”, i prigionieri in attesa di giudizio che restano in carcere in numero assolutamente eccessivo e per ragioni del tutto ingiustificate; ed a cui vengono opposte delle restrizioni detentive che appaiono come vere e proprie afflizioni deliberate visto che non hanno alcuna correlazione con le esigenze di prevenire eventuali reiterazioni. Ma la cui detenzione, soprattutto, viene ormai accettata con rassegnazione anche se configge con il principio di presunzione di innocenza.
Il rapporto è estremamente preciso e dettagliato e fotografa una realtà del tutto non felice; almeno cin riferimento ad alcuni degli Stati, tra cui, purtroppo, anche l’Italia.
Lo pubblichiamo in allegato al presente. Chiunque ne abbia la curiosità potrà verificare i numeri e le ragioni di questa disastrosa condizione.
Noi speriamo che costituisca un nuovo momento di seria riflessione sulle ragioni della detenzione, e soprattutto di quella detentiva che viene attuata, diciamocelo sinceramente, come una anticipazione die pena contravvenendo ai più basilari principi costituzionali e di civiltà giuridica.
