La Camera Penale di Reggio Calabria esprime solidarietà alle Camere Penali di Catanzaro e Vibo Valentia

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La Camera Penale “G. Sardiello” di Reggio Calabria esprime piena solidarietà e vicinanza alle Camere Penali di Catanzaro e Vibo Valentia, recentemente interessate dalla discussione in merito alla decisione di celebrare il processo Rinascita Scott presso l’aula bunker di Rebibbia in Roma ed alle modalità di svolgimento delle udienze.

E’ evidente che l’intervento delle Camere Penali di Catanzaro e Vibo Valentia, lungi dall’essere espressione di polemica e di contrasto con gli organi rappresentativi della Magistratura, rappresenti invece i tratti di un accorato appello ai principi che governano il diritto di difesa e che dovrebbero essere strenuamente difesi da tutti gli attori del processo penale.

Si colgano spunti per un dialogo aperto e costruttivo e non gli estremi di una polemica sterile e improduttiva, ciò nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali, volte alla tutela della libertà individuale prima e del diritto di difesa poi.

Le ragioni delle doglianze difensive rispetto alle condizioni di celebrazione del processo Rinascita Scott sono chiaramente legate alla necessità di tutelare i diritti costituzionali degli imputati e di mantenere l’equilibrio tra tutte le parti processuali.

Argomenti questi ampiamente condivisi dalla Camera Penale di Reggio Calabria: giammai in un Paese democratico può impedirsi agli operatori del diritto ed agli avvocati in particolare, molto spesso estremo baluardo a difesa dei diritti della comunità, di esprimere una condivisibile e plausibile critica ad un’amministrazione del sistema giustizia, ritenuta non proprio confacente ai principi costituzionali.

L’auspicio è che le polemiche di oggi, in parte cagionate da distorte letture del verbo contenuto nel comunicato redatto dalle Camere Penali di Catanzaro e Vibo Valentia, possano tramutarsi in momenti di dialogo produttivo tra l’Avvocatura da un lato e la Magistratura dall’altro, al fine di consentire il corretto esercizio dell’attività giurisdizionale, sì da poter concretamente attuare i principi che stanno a base del giusto processo.

Il dialogo reciproco, in un crescendo di confronti e condivisione, sia espressione di libertà democratica e consenta di migliorare il sistema giustizia, in un’ottica costruttiva di collaborazione e crescita continua.

Perché la garanzia del giusto processo non è solo un insopprimibile diritto del cittadino ma essa è anche un dovere dell’Organo Giudicante, in un’ottica di coordinamento delle due funzioni, entrambe essenziali nel processo, il difendere e il decidere.

Il Presidente

Avv. Pasquale Foti


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